Paralisi facciale

Il nervo facciale è responsabile della innervazione dei muscoli mimici del volto, cioè quelli che conferiscono le varie espressioni di quest’ultimo.

Tali muscoli, oltre ad evidenziare le molteplici emozioni dell’animo, con la loro continua contrazione determinano a livello cutaneo quelle che sono chiamate rughe di espressione, dovute all’adattamento della cute alla continua trazione muscolare.

Per tale ragione i pazienti con una paralisi monolaterale del nervo facciale presentano un aspetto inequivocabile: scomparsa delle principali rughe (frontali, perioculari e nasogeniene), caduta del sopracciglio, delle palpebre, della guancia, dell’angolo della bocca e delle labbra.

Questa situazione viene ulteriormente aggravata dall’animazione del volto, in quanto mentre il lato paralizzato rimane statico, quello non paralizzato si muove esageratamente verso l’alto, conferendo all’intera faccia un aspetto grottesco.

Le cause della paralisi facciale possono essere molteplici ed includono : paresi da parto, a frigore, ictus, sezioni traumatiche, chirurgiche o accidentali (lifting facciale compreso).

PRIMA E DOPO

Trascina il divisore nella foto per vedere il caso prima e dopo l'intervento

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Ovviamente mentre la paralisi di origine centrale, quali paralisi da parto, a frigore ed ictus non possono essere riparate immediatamente, quelle post-traumatiche traggono notevoli vantaggi con una riparazione immediata dei monconi sezionati o per interposizioni di un innesto di nervo.
Ovviamente più tardi viene eseguito questo tipo di intervento e meno sono le possibilità di successo.

Nelle fasi tardive della paralisi facciale, anche detta paresi facciale sono possibili interventi correttivi atti a ripristinare la normale fisionomia del volto.

Gli interventi che danno i risultati migliori sono chiamati dinamici, nel senso che non solo correggono i difetti dovuti alla paralisi quando il volto è a riposo, ma riescono ad animare quest’ultimo quando il paziente tenta di sorridere o di fischiare o di chiudere le palpebre.

L’animazione delle palpebre avviene per lo più mediante trasferimento di una parte del muscolo temporale omolaterale alle palpebre stesse: il movimento di chiusura della palpebra superiore è inoltre facilitato dall’inserzione di una placchetta in oro convenientemente modellata che ne favorisce la chiusura.

Il trasferimento del muscolo temporale trova impiego anche per l’animazione delle labbra.
Probabilmente però il miglior risultato viene ottenuto con il trasferimento del muscolo massetere alle labbra e alla commessura labiale.

Tali interventi presuppongono l’utilizzo di muscoli masticatori per supplire quelli mimici.
In realtà il motivo per cui tali interventi hanno un notevole successo dipende dal fatto che a livello cerebrale il nucleo del nervo facciale e quello dei muscoli masticatori sono contigui per cui dopo un periodo di rieducazione è possibile avere una interazione fra i due nuclei.

In altre parole è possibile che il paziente riesca a sorridere pensando invece di masticare.

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